L’UOMO PERFETTO DI LEONARDO DA VINCI
Questo uomo, aperto come un ventaglio, esprime le sua sete di conoscenza e in questa sua aspirazione tende ad
avvicinare il microcosmo al macrocosmo, un desiderio forse mai
realizzabile come quello della quadratura del cerchio. L’aspetto
creativo e razionale sono e saranno sempre presenti nell’uomo come
testimoniano l’anatomia dell’encefalo in cui l’emisfero destro è la sede
del pensiero creativo mentre quello sinistro del pensiero razionale.
Leonardo da Vinci testimonia ancora oggi che l’arte e la scienza
rappresentano due facce di una stessa medaglia e che il desiderio di
conoscenza e di perfezione è insito nella natura umana la cui anatomia,
nell’uomo vitruviano è inscritta in due forme geometriche ritenute
perfette: il cerchio e il quadrato.
Il celebre disegno di Leonardo da Vinci propone, ieri come oggi, un’immagine dell’uomo ideale in cui realtà e idealità, materia e spirito
trovano una perfetta e armoniosa collocazione all’interno della sua
dimensione materiale e spirituale. L’uomo vitruviano è inscritto in un
quadrato che rappresenta la sua prima dimora cioè la condizione terrena,
le radici della sua origine materiale e concreta. Il cerchio invece può
considerarsi il mondo spirituale, la dimensione sacra e la seconda
dimora dell’uomo. Gli studi sulla simbologia dell’immagine di Leonardo
sono stati accompagnati da rilevazioni e misurazioni di distanze delle
varie parti anatomiche che evidenziano proporzioni costanti e regolari.
Ricordiamo che Leonardo da Vinci rappresenta il genio rinascimentale più
completo e versatile perché i suoi studi abbracciarono tutti i campi
della conoscenza. Egli diceva: ”Non mi legga chi non è matematico nei miei principi”
volendo così testimoniare la sua ricerca in termini di accurata e
fedele aderenza al metodo scientifico e ai relativi mezzi di indagine.
Gli scritti a noi pervenuti sono animati da un entusiasmo
quasi mistico di chi, nei misteri della natura, ricerca la traccia del
divino.
L’artista multiforme attinge agli studi classici l’ideale
senso dell’armonia che l’architetto romano Vitruvio Pollione, vissuto
nell’età augustea, aveva precedentemente elaborato ampiamente nel suo
trattato “De Architectura”. In questo lavoro composto da dieci
libri Vitruvio studia le misure del corpo umano facendo corrispondere la
sua regolarità a quella di un edificio costruito secondo i canoni
classici :” Quattro dita fanno un palmo, quattro palmi fanno un
piede, sei palmi fanno un cubito e quattro cubiti (ventiquattro palmi)
rappresentano l’altezza dell’uomo”. Leonardo nel suo famoso disegno che risale al 1490 circa spiega rapporti e proporzioni : “ Tanto apre l’uomo ne le braccia quanto è la sua altezza”.
Il viso (dal mento alla fronte) corrisponde a un decimo
dell’altezza del corpo e lo stesso rapporto si evidenzia nella mano
aperta, dalla base dell’articolazione alla punta del dito medio. L’”euritmia” e la “simmetria” degli
studi di Vitruvio trovano in Leonardo una sintesi armonica che riunisce
i canoni dell’arte classica con la ricerca di un nuovo equilibrio
dell’uomo rinascimentale, quell’uomo proteso verso nuove conoscenze, che
osa “misurare” i suoi limiti, reali e ideali.
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