venerdì 21 novembre 2014

FRIDA KAHLO, LEONE TROTZKIJ, ROMON MERCADER



                                                         Autoritratto di Frida Kahlo
di Fernando Bevilacqua
Roma - Di recente si è tenuta alle Scuderie del Quirinale una mostra interessante dedicata a Frida Kahlo – singolare pittrice messicana che approda per la prima volta in Italia con una messe importante di opere, per la quasi totalità autoritratti.
A seguito di un grave incidente subito a bordo di un autobus – un frammento d’asta metallica la trafisse ai fianchi – dovette subire reiterati interventi chirurgici.
Dedicatasi alla pittura, la Kahlo nonostante tutto visse una intensa vita sentimentale… Sposò  il celebre pittore Diego Rivera con il quale instaurò un rapporto di coppia aperta, adatto evidentemente ala natura di entrambi. E il ritratto di Diego Rivera del 1937 è tra i pochi soggetti maschili presi in considerazione, ed inserito nella mostra.
La schiera infinita delle raffigurazioni della Kahlo comprende anche i più noti, come “Autoritratto con scimmia” del ’43 – in cui allo sguardo intenso degli occhi scuri fa riscontro il collo roseo e lungo alla Modigliani!
Nella saletta delle proiezioni è stato poi possibile recuperare una sequenza insperata, in cui compaiono la Kahlo, il marito Rivera e il rivoluzionario Leone Trotzkij – del quale è stata molto probabilmente l’amante… Perché l’illustre esponente della rivoluzione bolscevica era a Città del Messico? Egli riteneva che la rivoluzione d’Ottobre dovesse avere carattere “permanente”, ed investire il mondo intero – condizione necessaria per consolidarsi anche in Russia… Stalin, conquistato abilmente il potere dopo la morte di Lenin nel 1924, adottò la tesi contraria – quella del “socialismo in un solo paese” -, costringendo l’avversario a lasciare infine la Russia.
Trotzkij, dopo varie peregrinazioni raggiunse Città del Messico accolto dal governo locale fortemente simpatizzante per la Rivoluzione bolscevica. All’esule fu assegnata una villa protetta da una scorta di guardie armate, dove visse dal gennaio 1937 all’agosto del 1940.
Negli anni ’40 l’Europa è ovviamente in guerra: l’agente segreto dell’ NKVD Ramon Mercader arriva alla capitale del Messico per uccidere Trotzkij – secondo l’ordine di Stalin, che non tollerava la pericolosa opposizione di un avversario dotato di una struttura culturale così rilevante.
Il Mercader, tramite una relazione imbastita con una assistente dell’esule, riuscì ad avvicinarsi al rivoluzionario russo, al quale sottoponeva articoli da visionare e correggere…
Infine il 20 agosto del 1940, ormai noto al servizio di guardia, passò il cancello della residenza di Trotzkij, nascondendo sotto l’impermeabile una piccozza da ghiaccio: interrogato sull’inusuale abbigliamento rispose che era raffreddato.
E mentre Trotzkij leggeva il suo scritto impugnò l’arma micidiale e prese a colpirlo sul capo ripetutamente! Alle grida della vittima accorsero i familiari e guardie: Mercader ferito, scampò tuttavia al linciaggio. Fu condannato a 20 anni di carcere, e rilasciato pertanto nel maggio del 1960. Accolto subito all’Avana, tornò successivamente in Russia – dove Stalin durante la sua detenzione lo aveva insignito del titolo di “Eroe dell’Unione Sovietica”.
Ramon Mercader morì a l’Avana nel 1978.
Maria Mercader ,sorella di Ramon Mercader, raggiunse l’Italia e mosse i primi passi nel mondo del cinema… L’incontro con l’attore e regista Vittorio De Sica fu determinante per la sua carriera d’attrice… Nel tempo ne divenne la seconda moglie: ne consegue che Christian De Sica è il nipote dell’uccisore di Leone Trotzkij… Evento non di secondaria importanza nella storia dell’Unione Sovietica: e fu già ricordato i un film, in cui Richard Burton era Trotztkij e Alain Delon Ramon Mercader, e che potrebbe essere interessante rivedere in TV.
Lo storico russo Victor Zaslavsky – anch’egli esule in Italia – scrisse sull’episodio il libro “il mio compagno di banco Ramon Mercader”, edito da Sellerio nel 2011.