Autoritratto di Frida Kahlo
di Fernando Bevilacqua
Roma - Di recente si è
tenuta alle Scuderie del Quirinale una mostra interessante dedicata a Frida
Kahlo – singolare pittrice messicana che approda per la prima volta in Italia
con una messe importante di opere, per la quasi totalità autoritratti.
A seguito di un grave
incidente subito a bordo di un autobus – un frammento d’asta metallica la
trafisse ai fianchi – dovette subire reiterati interventi chirurgici.
Dedicatasi alla
pittura, la Kahlo nonostante tutto visse una intensa vita sentimentale…
Sposò il celebre pittore Diego
Rivera con il quale instaurò un rapporto di coppia aperta, adatto
evidentemente ala natura di entrambi. E il ritratto di Diego Rivera del 1937 è
tra i pochi soggetti maschili presi in considerazione, ed inserito nella
mostra.
La schiera infinita
delle raffigurazioni della Kahlo comprende anche i più noti, come “Autoritratto
con scimmia” del ’43 – in cui allo sguardo intenso degli occhi scuri fa
riscontro il collo roseo e lungo alla Modigliani!
Nella saletta delle
proiezioni è stato poi possibile recuperare una sequenza insperata, in cui
compaiono la Kahlo, il marito Rivera e il rivoluzionario Leone Trotzkij – del
quale è stata molto probabilmente l’amante… Perché l’illustre esponente della
rivoluzione bolscevica era a Città del Messico? Egli riteneva che la
rivoluzione d’Ottobre dovesse avere carattere “permanente”, ed investire il
mondo intero – condizione necessaria per consolidarsi anche in Russia… Stalin,
conquistato abilmente il potere dopo la morte di Lenin nel 1924, adottò la tesi
contraria – quella del “socialismo in un solo paese” -, costringendo
l’avversario a lasciare infine la Russia.
Trotzkij, dopo varie
peregrinazioni raggiunse Città del Messico accolto dal governo locale fortemente
simpatizzante per la Rivoluzione bolscevica. All’esule fu assegnata una villa
protetta da una scorta di guardie armate, dove visse dal gennaio 1937
all’agosto del 1940.
Negli anni ’40
l’Europa è ovviamente in guerra: l’agente segreto dell’ NKVD Ramon Mercader
arriva alla capitale del Messico per uccidere Trotzkij – secondo l’ordine di
Stalin, che non tollerava la pericolosa opposizione di un avversario dotato di
una struttura culturale così rilevante.
Il Mercader, tramite
una relazione imbastita con una assistente dell’esule, riuscì ad avvicinarsi al
rivoluzionario russo, al quale sottoponeva articoli da visionare e correggere…
Infine il 20 agosto
del 1940, ormai noto al servizio di guardia, passò il cancello della residenza
di Trotzkij, nascondendo sotto l’impermeabile una piccozza da ghiaccio:
interrogato sull’inusuale abbigliamento rispose che era raffreddato.
E mentre Trotzkij
leggeva il suo scritto impugnò l’arma micidiale e prese a colpirlo sul capo
ripetutamente! Alle grida della vittima accorsero i familiari e guardie:
Mercader ferito, scampò tuttavia al linciaggio. Fu condannato a 20 anni di
carcere, e rilasciato pertanto nel maggio del 1960. Accolto subito all’Avana,
tornò successivamente in Russia – dove Stalin durante la sua detenzione lo
aveva insignito del titolo di “Eroe dell’Unione Sovietica”.
Ramon Mercader morì a
l’Avana nel 1978.
Maria Mercader
,sorella di Ramon Mercader, raggiunse l’Italia e mosse i primi passi nel mondo
del cinema… L’incontro con l’attore e regista Vittorio De Sica fu determinante
per la sua carriera d’attrice… Nel tempo ne divenne la seconda moglie: ne
consegue che Christian De Sica è il nipote dell’uccisore
di Leone Trotzkij… Evento non di secondaria importanza nella storia dell’Unione
Sovietica: e fu già ricordato i un film, in cui Richard Burton era Trotztkij e
Alain Delon Ramon Mercader, e che potrebbe essere interessante rivedere in TV.
Lo storico russo
Victor Zaslavsky – anch’egli esule in Italia – scrisse sull’episodio il libro
“il mio compagno di banco Ramon Mercader”, edito da Sellerio nel 2011.