lunedì 12 maggio 2014

Museo Ferrari a Maranello

Maranello - Il Museo è suddiviso in più aree: quella delle mostre permanenti con la Sala delle Vittorie dove sono esposte tutte le Ferrari Campioni del Mondo dal 1999 ad oggi, i Trofei e la storia dei Piloti Campioni Mondiali. E l’area dedicata alla Formula 1 con i modelli storici, oltre al “muretto box” dove si può vedere in diretta come operano Marco Mattiacci e gli ingegneri durante i Gran Premi. Interessantissimo seguire la telemetria della gara, per scoprire come funziona la raccolta dei dati in Formula 1. Il Museo offre anche una Sala Cinema con filmati straordinari e unici.
L’area delle mostre temporanee vede in corso California Dreaming.
In occasione dell’arrivo della California T appena presentata a Ginevra e nel sessantesimo anniversario della presenza Ferrari in America, il Museo ha organizzato una mostra dal sapore a “stelle e strisce”. E il sogno si vive davvero. Le cinque sale che la accolgono, a fianco dell’imponente anfiteatro che presenta le Formula 1, hanno ciascuna un tema preciso e caratterizzante.
La prima, al pian terreno, è dedicata alle corse con una particolare citazione della pista di Laguna Seca e della sua vertiginosa curva detta “cavatappi”. Tra le monoposto esposte, la 312 dell’idolo americano Mario Andretti, la 156 che diede il Titolo Mondiale all’altro statunitense Phil Hill, la T4 del canadese Gilles Villeneuve e perfino, novità assoluta, la 375 trasformata per la partecipazione di Alberto Ascari alla 500 Miglia di Indianapolis del 1952.
Sempre sul tema americano, la Ferrari costruita per le competizioni IndyCar negli anni ‘80 e mai usata, ma dalla quale venne derivata la monoposto Alfa Romeo su telaio Lola che qui a Maranello la affianca. Nella seconda ala di questa prima sala le sorprese non si fanno attendere. Prima di tutto ci si imbatte in Valentino Rossi e Casey Stoner in piedi vicino alle loro autentiche
moto Yamaha e Ducati, con le quali furono protagonisti dell’entusiasmante sorpasso, proprio al “cavatappi”. C’è poi l’opportunità di scoprire delle Ferrari rarissime come la “mostruosa” 712 Can Am, creata per la serie Nordamericana nel 1971, la plurivittoriosa 333 SP e il bellissimo sportprototipo 330 P dominatore del Mondiale Marche, solo per citarne alcune.
Lasciata questa sala, seguendo un red carpet Hollywoodiano, si attraversa la sala dedicata alla Ferrari nel cinema che celebra anche i tanti Oscar italiani ed espone i modelli della Casa di Maranello che ne furono protagonisti, per poi salire in piena Los Angeles. Qui tra Rodeo Drive e Beverly Hills sono esposte, una di fronte all’altra, la celebre California anni ‘50 e la nuova T. Sessant’anni di emozioni in uno sguardo. Attorno a loro, modelli dalla forte impronta americana, come una delle dieci 275 GTB4 NART, venduta a 25 milioni di dollari ad una recente asta, fino alle più classiche 250 America, Spider Pininfarina e SA Aperta.
Lasciate le insegne al neon che ricordano i colori di Los Angeles, si entra in un luogo a dir poco stupefacente: la grande sala inaugurata lo scorso anno, infatti, è stata trasformata in un campo di golf. Siamo al Concorso d’eleganza di Pebble Beach attorniati da vetture incredibili, come si deve in occasione di questo evento: insieme a straordinarie classiche come la 500 Superfast, 330 America e 400 Superamerica realizzate per il mercato americano, tre pezzi davvero sconosciuti prima: la Ferrari trasformata in “Burano” per il film di Kirk Douglas “Destino sull’asfalto”, che partecipò veramente alle 1000 Miglia per essere filmata in gara; la Thomassima, una 250 GT ispirata alla P4 e realizzata dall’estroso designer americano Tom Meade e, forse ancora più estrosa e straordinaria nelle linee, la Testa d’Oro di quel genio dello stile che fu lo svizzero Colani, partendo da un telaio Testarossa.
L’ultima sala della mostra proietta i visitatori nel mondo della tecnologia di Silicon Valley. Qui ci sono le tante soluzioni tecniche create da Ferrari, a partire dai volanti-computer dell’era Schumacher, per arrivare al cambio F1 al volante, ai freni carboceramici, ai motori turbo di nuova generazione e, ultima ma non ultima, naturalmente, la supercar LaFerrari. Questa vettura è presentata in modo davvero inusuale: in una stanza completamente buia,
illuminata con luce di Wood che ne sottolinea le forme quasi si vedesse il suo schizzo originale. Con lo stesso effetto il motore, smontato per capirne i contenuti tecnici e in particolare il KERS e l’intero sistema ibrido. Perché il sogno vissuto possa essere trasmesso a tanti amici, la mostra invita a fotografare e fotografarsi, postando le foto usando #MuseoFerrariMaranello.
Le foto più interessanti saranno pubblicate sul numero di fine anno del Ferrari Magazine e gli autori premiati con una copia della rivista. Il museo, come quello Enzo Ferrari a Modena, è aperto tutti i giorni.
Infine, da maggio 2013 il Museo di Maranello offre una nuova ala di oltre 1000 metri quadri che include anche l’area simulatori Formula 1 e il nuovo spazio per incontri e convention a disposizione per aziende, sia durante il normale orario di apertura sia dopo la chiusura per serate private.

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